l’ Icona paragonata alla creazione del mondo

                                 

 

“Divino maestro

fervido artefice di tutto il creato,

illumina lo sguardo del tuo servitore,

custodisci il suo cuore

regi e governa la sua mano

affinché degnamente e con perfezione

possa rappresentare la Tua immagine

per la gloria la gioia  e la bellezza della tua santa chiesa..

Amen.”

 

Questa è la preghiera che l’iconografo recita prima di apprestarsi a scrivere un’ icona, perché si fa  strumento di Dio, presta la sua mano per la realizzazione dell’opera, ma sempre sotto la guida del Divino Maestro.

 

Scrivere un icona è una preghiera in se ed è un atto di crescita spirituale.

Tutto ciò, se non accompagnato dalla scintilla dello spirito santo non trasmetterà mai pienamente il messaggio di unione con la divinità.

Le icone nei materiali contengono la summa del creato di Dio.

Esse devono contenere elementi del mondo vegetale, minerale ed animale.

Il mondo vegetale è rappresentato dalla tavoletta di legno e dal lino posto su di essa.

Il mondo animale è rappresentato dalla colla che è colla di coniglio e dal legante usato per le tempere,cioè l’uovo.

I pigmenti ed il gesso rappresentano il mondo minerale.

la tavoletta di legno deve essere abbastanza  spessa perché la Magnificenza di Dio deve essere accolta da un substrato ligneo corposo. Qualsiasi legno va bene purché sia ben stagionato ma i preferiti sono, il tiglio perché omogeneo il pino e l’abete.

I soggetti nelle icone rispondono a regole precise decise da un concilio che ne stilò i canoni. Le immagini devono essere scritte in modo bidimensionale per fa si che ci rimandino a Dio senza rappresentarlo in modo umano.

Il concilio stabilì inoltre che nuove icone non potessero essere più fatte ma si potessero riprodurre solo icone già esistenti , tutto ciò per evitare la contaminazione  dei principi spirituali che ne stanno alla base.

Nell’Icona è molto importante la rappresentazione dello sfondo che è quasi sempre in oro, che è il colore di Dio e ne rappresenta la grandezza , la luce e la magnificenza.

Secondo il Floreschi grande mistico, creare un icona può essere paragonato alla creazione del mondo

1  nel primo giorno “in principio ci fu la luce “che nell’ icona si può paragonare al gesso bianco passato sulla tavola di legno. II gesso usato è gesso di Bologna, cioè un gesso molto raffinato che opportunamente scartavetrato darà una superficie molto liscia.

 

2  il secondo giorno Dio disse “ ci sia la terra” separò così  le acque del cielo dalle acque della terra , questa separazione corrisponde al momento in cui si fa il disegno, i contorni delle figure separano zone ben definite.

 

3  il terzo giorno Dio separa la terra dalle acque e questo corrisponde alle “ campiture “ cioè la prima stesura dei colori molto scuri.

 

4  il quarto giorno creò il sole e la luna e l’iconografo fa le schiariture o lumeggiature ,cioè sulla base di colori scuri si inizia dare luce con toni di colore sempre più chiari.

 

5  il quinto giorno vengono creati gli animali che nell icona corrispondono ai bianchetti o “ tratti vivi”, cioè linee bianche sul viso che danno la vita e la grazia di dio.

 

6  il sesto giorno Dio crea l’uomo che è colui che primeggia sul creato. L uomo è chiamato a dare il nome alle piante e agli animali chiamandoli così alla esistenza. Nell’Iconografia ciò corrisponde alle iscrizioni , cioè i monogrammi greci. Questo momento è importantissimo perché viene data  un’identità al personaggio raffigurato,  e nel fare ciò diamo esistenza all’immagine chiamandola per nome.

7  il settimo è il giorno del riposo e della contemplazione di ciò che si è creato.

Nelle icone la prospettiva è “inversa ”perché a differenza degli altri dipinti il fuoco è posto negli occhi dell’osservatore,esternamente all’Icona,ed è come se aprissimo una “finestra sul metafisico o sull’eternità ”e da fuori consentissimo alla luce di arrivare a noi ,per questo motivo l’icona è l’immagine dell’invisibile.

Nella spiritualità orientale l’icona è molto importante perché è concepita come un’immagine che si fa da se o che attraverso l’uomo sia fatta da dio stesso. Per questo motivo le icone nei secoli sono rimaste simili a se stesse,  rendendole  tramite di grazia.